LA PROFESSIONE DI ANTROPOLOGO
Si tratta di una professione esistente da tempo in molti Paesi, praticata prima ancora che l’Antropologia entrasse a fare parte degli insegnamenti nelle Università e a seconda delle funzioni da svolgere ha subito caratterizzazioni diverse nel tempo e nello spazio. Tuttavia non sono pochi quelli i quali credono l’antropologia sia un Sapere che si “esercita”soltanto nella carriera universitaria.
Un sapere considerato interessante perchè studiando l’uomo nel suo contesto ambientale e nella sua diversità socio-culturale permette di acquisire straordinarie conoscenze sull”Altro”e su”se stessi”.
Invece, sin dalla fondazione ufficiale di questo sapere, nel 1870, fra i professori universitari molti di essi hanno messo e mettono a disposizione la loro preparazione e i risultati delle ricerche per fini diversi. D’altronde la ricerca scientifica è il sostegno vitale di non poche professioni e quella di antropologo ne è particolarmente dipendente non soltanto per il graduale maturare dell’antropologia ma anche perché si è ampliata la sfera delle sue competenze la quale sempre più si va estendendo ai problemi connessi con la globalizzazione. Problemi nuovi derivanti dall’interrelarsi delle realtà proprie ai molti sistemi investiti dai processi di globalizzazione che rendono gli interventi diretti dell’antropologia e la sua azione molto impegnativi.
Un grosso impegno deriva dall’interazione che si sta determinando tra”culture locali e globalizzazione”, per non parlare dei dislivelli di cultura e dalle subculture.
In Italia, in una certa misura e modalità, si sono fatti carico di alcune funzioni proprie a questa professione, docenti universitari affiancandola al lavoro di didattica e di ricerca scientifica ,mentre, nonostante le molteplici e crescenti esigenze,la professione di antropologo costituisce ancora“un occasione mancata”. Il Paese si comporta come se la multiculturalità, l’interculturalità siano fenomeni nuovi e dirompenti intervenuti, all’improvviso, nei sistemi internazionali, nazionali, locali; si è risolto tutto con qualche corso presunto di “mediazione culturale”.
La professione di antropologo è legata alla necessità di possedere chiavi di lettura sistematiche delle diverse realtà prodotte dalle società umane i cui caratteri sono espressi da gruppi, da etnie, da singoli. Se la formazione, costruita sul”Sapere antropologico”nelle sue molteplici articolazioni, costituisce una essenziale base per la solidità di questa delicata professione, essa non è sufficiente, il training formativo deve essere coperto anche da altri “Saperi”.
L’elenco degli spazi umani in cui questa professione può essere chiamata ad operare ha reso evidente il problema della formazione.Gli antropologi sono oggi in ogni settore del vivere umano.
Laddove questo sbocco professionale è agli inizi, i campi in cui le competenze sono già da tempo affermate sono quelli della dimensione inter-culturale nella Sanità, Istruzione, Giustizia, Economia, Ambiente, Patrimoni della cultura materiale e immateriale e certamente i campi degli Organismi ambiti dell’antropologia applicata e dell’antropologia dello sviluppo.
Il Centro Euro-Mediterraneo di Antropologia Interdisciplinare, nel proporre il Corso, mette in atto le potenzialità date dal suo orientamento e composizione interdisciplinare che danno luogo ad una didattica specifica in cui le competenze antropologiche si integrano con altre competenze con le quali, l’antropologo, nell’esercizio della sua professione, si troverà ad interagire. I responsabili del corso guardano con attenzione e fiducia alla preparazione riguardante la costituzione dell'Albo professionale degli antropologi. Si tratta di un profilo professionale nel quale le capacità di lettura devono incessantemente autoampliarsi nel continuo rimodellarsi di una forma mentis che si deve aprire continuamente al presente e al futuro.
Info per iscrizioni a brischet@simail.it frlarocca@libero.it

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